Siamo a dicembre ed è una splendida giornata di sole in Liguria, la temperatura mite è la condizione ideale per andare alla scoperta del nostro entroterra. Ci troviamo a Lavagna, un'incantevole cittadina nel bel mezzo del Golfo del Tigullio.
Sei persone sensibili alla salvaguardia dell'ambiente e del patrimonio culturale si sono incontrate questa mattina sulla sua passeggiata a mare. Si chiamano Nicoletta, Marta, Paola, Zeinab, Massimiliano e Soulef. C'è chi viene da lontano e chi abita nei dintorni ma il desiderio che le anima è uno: conoscere e riscoprire le tradizioni di questo territorio.
Insieme devono compiere un'impresa: documentare, su commissione di Italia Nostra, la storia, le attività agricole e il patrimonio ambientale di una costa poco conosciuta. Qui, un mare azzurro intenso fa da sfondo a colline terrazzate, sostenute da muretti a secco secolari e ornate da uliveti.
Alla guida di questa piccola "troupe di documentaristi", ci sono io; Antonella, nata e vissuta in questi luoghi e desiderosa di far loro conoscere le caratteristiche più autentiche.
Insieme, mettiamo a fuoco i punti importanti dove effettueremo la raccolta del materiale che ci serve per il nostro articolo: dal livello del mare dobbiamo salire su in collina per conoscere luoghi e persone. È fondamentale per capire dove siamo. Dovremo fare fotografie, prendere appunti, scrivere impressioni e girare qualche video.
La prima sosta avviene in un luogo molto particolare: siamo in un uliveto, l'unico in Italia dove gli olivi hanno il privilegio di crescere cullati dalla musica di Mozart.
Ad accoglierci, Nino, ex dirigente dal carattere dolce e mite che, a un certo punto del suo percorso personale ha fatto una scelta di vita inusuale: lasciare il suo lavoro per dedicarsi ad un'attività tutta nuova da imparare da zero, l'olivicoltura.
Nel tempo ha acquisito 3 appezzamenti di terreno sulla collina di Lavagna che con pazienza, umiltà, amore e passione ha pulito dai rovi per recuperare le piante di olivo da tempo abbandonate a se stesse.
Grazie alle sue cure costanti, quasi 1000 alberi si sono ripresi dall'abbandano e hanno iniziato a ripagarlo con un olio di oliva extra vergine d.o.p. che ha vinto premi e riconoscimenti per la sua qualità.
Trovarsi nel suo uliveto è un'emozione, Nino conosce i suoi olivi uno ad uno; ciascuno di loro ha il suo nome e la sua storia fatta di battaglie, sofferenza e vittorie. Come Lazzaro, l'olivo che si è guadagnato il suo nome grazie ad una resilienza tale da riprendersi e tornare a vivere quando già tutti lo davano per morto. E poi, toccare con mano il lavoro costante che va fatto giorno per giorno durante tutto l'anno, ci ha riempito di gratitudine per chi lo svolge.
La raccolta delle olive, la concimazione, la potatura degli olivi, la cucitura e la rimozione delle reti: una fatica che si perpetua sempre uguale e sempre diversa per ottenere il prezioso alimento che dovrebbe essere sempre presente sulle nostre tavole: l'olio extra vergine di oliva.
Dopo aver incontrato Nino, abbiamo conosciuto Giobatta, che ci ha accompagnato in una piacevole passeggiata sul Sentiero Liguria. Lui si definisce con fierezza uno "zappaterra" ed è un uomo profondamente radicato a queste colline dove è nato e cresciuto.
Socio della Cooperativa Agricola locale e appassionato conoscitore della cultura dei muretti a secco, ci ha mostrato la caratteristica unica di questo territorio: l'ardesia che li compone interamente.
È in questi luoghi, sul Monte Capenardo e sul Monte San Giacomo, che sono state trovate le cave di pietra nera di Lavagna, utilizzata per secoli per rendere abitabili e coltivabili questi pendii grazie a km e km di muretti a secco, oggi iscritti nel Patrimonio culturale dell'Umanità.
Da lì la pietra scistosa con cui un tempo si facevano anche le lavagne di scuola è stata utilizzata per coprire i tetti delle case e costruire l'ossatura di campi e uliveti.
Uno spettacolo vedere i muretti fatti a mano qualche centinaia di anni fa, sopravvivere al passare impietoso del tempo. Abbiamo imparato a riconoscere quelli antichi da quelli moderni.
Le pietre parlano, se le sappiamo ascoltare.
Lo sa bene Oenone, che ci ha eccezionalmente accolto nella sua dimora, sede dell'Associazione Pietre Parlanti.
Originaria della terra di Shakespeare, è stata letteralmente fulminata dalla bellezza di questo territorio quando ci ha messo piede per la prima volta.
Appena ha visto la collina di S. Giulia, ha pensato che potesse essere un piccolo angolo di paradiso nel quale vivere con la famiglia. Un colpo di fulmine che si è trasformato subito in una storia d'amore che dura ormai da 40 anni.
In questo lunghissimo tempo Oenone, restauratrice di quadri e di territorio, non si è accontentata di vivere nella sua splendida casa vista mare, ma si è lasciata sedurre dalla storia e dalla cultura di questi monti.
E, da straniera, ha cominciato ad esplorare il territorio e a scoprire, sentiero per sentiero, tutti i percorsi calcati fino alla fine dell'Ottocento dalle "portarici di ardesia".
Queste donne incredibili avevano il compito di trasportare le preziose lastre di ardesia che i loro mariti tiravano fuori a fatica dalla cave collocate nel ventre più alto della montagna.
Una vita di sacrifici e lavoro che ha segnato la storia di questa città e che Oenone si impegna, con la sua Associazione a riportare alla luce con dolcezza, caparbietà e una pazientissima opera di pulizia, ricostruzione e recupero del territorio.
Fino ad ora sono stati puliti e collegati più di 50 km di sentieri grazie all'operato dei membri dell'Associazione a cui ci sentiamo di fare i nostri complimenti dal profondo del cuore. Una passione che ci ha contagiato!
La nostra attività di documentazione, si è conclusa passando dalla terra alla tavola.
Abbiamo assaggiato l'olio di Oliva d.o.p. Riviera Ligure come fanno i degustatori, quelli veri. Con tanto di bicchierini blu.
Con mortaio e pestello abbiamo imparato a utilizzare il prezioso olio di oliva extra vergine d.o.p. per combinarlo con il basilico che cresce sulla piana dell'Entella, sempre qui a Lavagna.
Ci hanno guidato nella realizzazione di un profumatissimo pesto alla genovese, l'entusiasmo di Paola e di Ivan, suo compagno di vita e di lavoro.
Insieme, ci hanno aperto le porte della loro dimora che è diventata un'apprezzatissima Enoteca molto frequentata dai Lavagnesi.
Una dimora storica cinquecentesca appartenuta agli avi di Paola, situata nel centro storico di Lavagna e ristrutturata nel rispetto della sua storia, un posto nel quale varchi la soglia e senti subito il calore e l'accoglienza di casa.
Nelle ex cantine dell'edificio che si trovano al piano terreno, abbiamo appreso i segreti del pesto, facendolo.
Abbiamo infine condiviso un bel momento di convivialità sorseggiando un bicchiere di vino e gustando una piatto di ottime trofie al pesto. Delizie che ci hanno lasciato in bocca il gusto di questa terra e il desiderio di conoscerla e viverla ancora più a fondo.
Se anche tu hai un cuore green che batte all'impazzata, vivi questa storia da protagonista anche tu!